Siamo convinti di saper osservare quello che ci circonda?
Molto spesso quello che abbiamo intorno è soggetto
all’abitudine e passa inosservato, cioè vediamo ma non guardiamo con
attenzione.
Mi è capitato di chiedere ai bambini di disegnare un albero,
niente di più facile: un tronco, una chioma …fatto. Risultato? Immagini prive
di originalità ed emozione forse un po’ stereotipate. Allora chiedo di prendere
foglio e matite e di uscire in giardino. Vediamo gli alberi da vicino, li
tocchiamo li osserviamo e poi li disegniamo. Ecco che i disegni si riempiono di particolari: tronchi di
forme diverse, cortecce e venature, rami, gemme. L’osservazione attenta
migliora il risultato e fa scoprire dettagli che allargano la conoscenza.
E come diceva Matisse:
“… la creazione comincia dalla visione. Vedere è già
un’operazione creativa che esige uno sforzo. Tutto quello che vediamo nella
vita di tutti i giorni subisce più o meno la deformazione generata dalle
abitudini acquisite, e il fatto è forse più sensibile in epoche come la nostra
dove il cinema, la pubblicità ci impongono quotidianamente una valanga di
immagini bell’e fatte, che sono un po’, nell’ordine visivo, come il pregiudizio
nell’ordine mentale. Lo sforzo necessario per liberarsene esige una sorta di
coraggio: e questo coraggio è indispensabile … per vedere tutte le cose come se
le vedesse per la prima volta... La perdita di questa possibilità vi toglie
quella di esprimervi in modo originale, vale a dire personale”.
H. Matisse – “Scritti
e pensieri sull’arte” , Torino. Einaudi - 1979